sabato 4 dicembre 2010

E' difficile che io lasci perdere un libro.
E' difficile perchè mi piace seguire la trama, crearmi il film in testa, accompagnare i personaggi attraverso le loro tortuose strade, che esse siano assolate o cupe, lievi o ardite, appassionate o arrancanti.
E' difficile perchè i personaggi hanno sempre un pizzico, una quisquillia, un nonnulla che ce li fa amici, che ce li fa di casa, conoscenti in uno scompartimento di treno in movimento.
E' invece stavolta no. Zero. Neanche un personaggio che mi sia andato a genio, da subito.
Oddio, il vecchio era quasi quasi un nonnino da coccolare in memoria dei veri nonni ormai non più accanto.
E invece mi si è ringiovanito in un giovinotto odiabile nelle scelte nei pensieri nelle passioni.
Per non parlar dei personaggi femminili, verso i quali l'antipatia è stata totale ed immediata e violenta.
Sarà che mi par la brutta copia di un libro che amo molto. E pensare che Tullio Avoledo è fra gli italiani uno dei miei preferiti. Ma L'Anno dei Dodici Inverni proprio non l'ho retto.

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